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Dicono di lui

 

Lirismo febbrile di Ciajkovskij
All`Accademia di Santa Cecilia di Roma
Più nel suono soffuso e intimista che nel lirismo febbrile e appassionato, nell'enfasi che esteriorizza i sentimenti, più un cesellatore che un virtuoso, e pur tuttavia non manca l'energia entusiasmante, la ritmica possente, affascinante e sensibilissimo nel cogliere quel pessimismo dolente e irresistibile, eccellente nel penetrare quei momenti raccolti che fanno di Ciajkovskij uno dei musicisti più amati nel mondo: ecco Edoardo Zosi, milanese classe 1988, lui e il suo violino Santo Serafino del 1745 che gli offre la Fondazione Canale di Milano, presenti ad apertura de "Il favoloso mondo di Pëtr ll'ič tra fiabe e concerti", con il celebre "Concerto in re maggiore per violino e orchestra", un hommage al grande compositore russo che Bruno Cagli, sovrintendente e direttore artistico dell'Accademia di Santa Cecilia, ha scelto per la stagione estiva, dal titolo "Suite Ciajkovskij". Da sempre, Cagli dimostra un fiuto straordinario a scoprire e valorizzare talenti musicali, e le sue scelte hanno fornito piattaforme privilegiate a tantissimi giovani interpreti, due per tutti, Thielemann e Gatti, oggi nello star system mondiale. Lo stesso certamente avverrà per questo violinista emozionante per bravura e impegno e dalla sensibilità profonda. A dirigerlo sul podio, Alexander Sladkovsky, direttore principale e artistico della Tatarstan National Symphony Orchestra, proveniente da quella fertile fucina di San Pietroburgo che continua a sfornare artisti di livello. Ampiamente accolto a Santa Cecilia da meritatissimi applausi, scroscianti per i colori orchestrali durante il concerto, brano clou della serata. Il Concerto in re maggiore nasce a coronamento di un periodo di grande creatività. Basti pensare che in un triennio, Ciajkovskij produce il Concerto in si bemolle maggiore per pianoforte e orchestra, il balletto "Il lago dei cigni", la IV° Sinfonia e l'opera lirica "Evgenij Onegin". Eseguito pubblicamente nel 1881, solo tre anni dopo essere stato composto (ma vi fu una esecuzione privata con lo spesso musicista al piano e il giovane e brillante violinista Josif Kotek, amico e allievo di Ciajkovskij), il Concerto in re maggiore è da allora uno dei brani più amati dai concertisti di tutto il mondo per lo straordinario virtuosismo, per le altezze verticali del suono che soprattutto si impongono nel primo e nel terzo movimento, per la sua impostazione generale, per gli straordinari effetti di sonorità, per le bellissime variazioni e non ultimo per la splendida cadenza scritta per esaltare le qualità del solista.

Franzina Ancona, 7 Luglio 2014 Rinascita

 

Martedì 20 settembre, eravamo presso l’Aula Magna del Politecnico dalla straordinaria acustica, per il bel concerto di Edoardo Zosi (violino) eSaskia Giorgini (pianoforte). Un vero duo: due signori musicisti dal forte temperamento, affiatati ed agguerriti, tecnica entrambi solida e notevole sensibilità interpretativa, ad onta della giovane età (classe 1988 il milanese Zosi e 1985 la torinese Giorgini, e così è fatta salva la… par condicio geografica).
Sala gremita all’inverosimile e un programma di grande appeal. Specie nella seconda parte che ha visto l’esuberante e pur sorvegliatissimo Zosi dalla sicura intonazione fiondarsi con un entusiasmo senza pari nella bella trascrizione di Zoltan Székely delle rapinose «Danze popolari romene» di Bartók: in cui ha sfoderato un suono corposo (grazie anche ad un’eccezionale strumento, un Santo Serafino del 1745 posto a disposizione dalla Fondazione Pro Canale), ma anche delicatezze indicibili, ben assecondato dall’ottima Giorgini. I due poi hanno letteralmente trionfato nell’esecuzione della «Terza Sonata, op. 25» di Enescu, il capolavoro cameristico del musicista romeno che godette della stima e dell’amicizia di Ravel (e si sente, un occhio al folklore, un occhio a Bartók ed un saldo senso della forma). I due l’hanno eseguita in modo non solo tecnicamente ineccepibile, ma con un entusiasmo ed un’appropriatezza di stile che raramente è dato scorgere in ben più ‘anziani’ ed esperti musicisti. Del resto Zosi suona da quando aveva tre anni e la Giorgini da quando ne aveva quattro: entrambi un palmarès di meritati riconoscimenti. Due nomi da tenere d’occhio in futuro: faranno strada. Specie quando i loro programmi si sbilanciano (piacevolmente) sul ‘900 storico, territorio privilegiato, per lo meno al momento attuale, secondo il nostro parere.
La beethoveniana «Sonata a Kreutzer» proposta in apertura è parsa infatti sì a posto, eseguita in maniera inappuntabile (la Giorgini ha tecnica da vendere, ma il suo suono talora pareva fin troppo ‘granitico’), pur tuttavia non memorabile (il tempo lento è parso offuscato da qualche monocromia). Sono giovani ed hanno tempo di maturare ancora e in breve – ne siamo certi – nessuna tranche del repertorio avrà segreti per loro. Per ora è sul ‘900 storico che sbaragliano in maniera strepitosa. Li vorremmo ascoltare in un’integrale dell’opera da camera di Enescu, magari accostata a quella di Ravel (in due serate, ça va sans dire): un doppio programma a tesi che aprirebbe spiragli davvero inconsueti, per un pubblico colto e curioso, desideroso di accostamenti inconsueti e percorsi inediti o quasi. E Zosi-Giorgini hanno le carte in regola per suscitare emozioni.

Il Corriere Musicale, Attilio Piovano, 24 settembre 2011

 

…”Im Zentrum des Konzertes standen dann zwei Auftritte des jungen Geigers Edoardo Zosi, der zunächst mit Felix Mendelssohn Bartholdys bekanntem Konzert für Violine und Orchester e-Moll,op.64 (von 1844) zu hören war. Er zeigte (auswendig spielend) im hochvirtuosen Stück sein ausgefeiltes technisches Können (ließ sich aus vom “Verlust” seiner Geige nicht irritieren),  pandigte die Verve zur wunderschönen Melodie und variierte sie im facettenreichen Dialog mit dem (meist) aufmerksam begleitenden Orchester. In der Kadenz, in der sein energischer, sehr dezidierter, klarer Ton gefiel, kamen auch nachdenkliche Töne hinzu, die ein wenig wie ein Zögern ob der eigenen Entschlussfreudigkeit wirkten, sich dann aber in neuem Aufbruch konzentrierten.
Das Andante war ein Gesang der Geige, in der Zosi die Melodieschönheit auskostete, um in dritten Satz mit heiterer, fast verspielt-übermütiger Intensität den Dialog mit einzelnen Instrumentengruppen des Orchesters zu pflegen: eine sehr frohe, zupackende Stimmung. Begeisterter Applaus für den Solisten, der sich mit dem virtuosen Paradestück für Geiger, Paganinis Capriccio Nr. 24, bedankte, dem Kabinettstück voll unerwarteter Wendungen. In Ralph Vaughan-Williams’ “The Lark Ascending”, einer Romanze für Violine und Orchester, erwies sich Edoardo Zosi als Könner der leisen Töne, der gemeinsam mit dem Orchester ein synästhetisches Erlebnis schuf, in dem man Flug der Lerche, und nicht nur ihren Gesang, meinte hören zu können. Ein Naturerlebnis in Musik gekleidet. Schön!”…..

Siegener Zeitung, 9 aprile 2011

 

Im Mittelpunkt des Programms das Violinkonzert von Mendelssohn, der sich fast als Wahl-Engländer verstand. Solist war der 23-jährige Mailänder Edoardo Zosi, der die Interpretation sehr energisch anging, soweit es die Partitur erlaubte. Faszinierend seine Tongebung in den höchsten Lagen, umwerfend die technische Virtuosität, die insbesondere in der Zugabe erkennbar wurde. Im Zusammenspiel mit dem Orchester konnte man hören, wie anspruchsvoll dieses Werk doch ist.
Nach der Pause ein zweiter Auftritt des Geigers: „The Lark ascending“ von Ralph Vaughan-Williams, dessen Musik den Flug einer Lerche beschwört, die unsichtbar in größter Höhe zwitschert. Ganz frei von interpretatorischen Zwängen konnte der junge Künstler es hier in spielerischer Leichtigkeit dem Sänger der Lüfte nachtun und – vom Orchester grundierend begleitet – instrumental vollenden, was Goethe einst dem Sänger zuschrieb: „Ich singe wie der Vogel singt.“

Der Westen Bad Berleburg, 11 aprile 2011

 

(…) Das alles war prachtvoll und beifallumrauscht, wurde aber noch überglänzt von dem jungen Geiger Edoardo Zosi. Haben in letzter Zeit besonders Geigerinnen von sich reden gemacht, so ist hier einer, der sich auf Ohrenhöhe mit ihnen erweist. Auf seinem wunderbar klangvollen Instrument musizierte er Peter Tschaikowskys D-Dur-Violinkonzert mit einer solch federnden Leichtigkeit, die erstaunen ließ. Selbst in den überaus zügig angegangenen Ecksätzen stellte sich nicht die Frage nach der Perfektion von Bogen- und Grifftechnik — immerhin galt die Komposition am Beginn ihrer Interpretationsgeschichte als unspielbar.
Perfekte Technik ist bei Edoardo Zosi nur die Basis des Musizierens eines wirklichen Musikanten. So ist er immer ganz nahe bei der Komposition und darum auch im langsamen Satz nicht in verschwommene Gefühligkeit abdriftend. Ebenso sensibel war die Begleitung durch Daniel Raiskin, jede agogische Nuance des Solisten abhorchend. Nach dieser Interpretation wollte das Publikum den Geiger selbst nach einer prachtvollen Paganini-Capricco-Zugabe, diesem technisches Wunderwerk fordernden Stück, nicht verabschieden.
Wenn es stimmt, dass ein solches Konzert dem Hörer Flügel verleiht, dann hat das Publikum nach einem langen Abend mit lustvollen Zugaben auf dem Heimweg den Boden kaum berührt. - AK

Der Patriot – Lippstadt 10 febbraio 2011

 

Il concerto di Fazil Say è stato introdotto da un magnifico duo con il violino stellare di Edoardo Zosi per il primo movimento della Sonata a Kreutzer di Beethoven....autentico dialogo inter pares

La Provincia, Marina Riboni, 20 luglio 2009

 

...Zosi ha palesato una forte personalità, svincolata da modelli illustri. E questo rappresenta la migliore garanzia per un futuro di autorevole interprete.

Il giornale di Brescia, Marco Bizzarini, 27 maggio 2009

 

..... al centro del programma era incastonato il mirabile “Concerto in mi min. op. 64”, un lavoro tra gli ultimi di Mendelssohn, ormai vicino alla fine della breve vita, che ancora oggi conserva intatta la sua perenne freschezza. Del resto, è noto come temibile banco di prova per ogni violinista. Per nostra fortunata ventura era stato chiamato ad interpretarlo un giovane talento dell'arco, il ventenne Edoardo Zosi, preceduto da un curriculum di tutto rispetto. Che fosse all'altezza del compito si è subito capito dalla sicurezza con la quale ha attaccato il primo tema senza caricarne di patetismo lo slancio, per poi immergersi nella pagina con una compostezza esemplare, una purezza di suono di eccellente qualità (magari un po' esile), un bagaglio tecnico ormai maturo. Ammirevoli sono pure risultate l'impeccabile intonazione, la fluidità e la tenuta complessiva del discorso, qualità che il pubblico, piacevolmente sorpreso e affascinato da tanta bravura, ha gratificato di scroscianti, reiterati consensi. Un bellissimo fuoriprogramma: la Gavotta della “Partita n. 3” di Bach. Semplicemente stupenda.

La Voce di Carpi, gennaio 2009


...Edoardo Zosi ist ein Geiger, der es versteht, auf seinem wunderschönen Instrument einen grossen, sicheren Tone zu entwickeln. Er kann auch vielfältige technische Herausforderungen meistern....

Weilburger Tageblatt  Luglio 2008

 

....Sein Ton besitzt gerade die richitige Portion an Schmelz un Süsse.....

Frankfurter Neue Presse Luglio 2008

 

...der Geiger Edoardo Zosi setzte hier gerade dadurch einen starken Akzent, dass ern Mendelssohns Violinkonzert mit schlankem Ton und atemloser Pianissimokunst dessen innige Seite auslotete. Viel Applaus fur ein Konzert, das so Effekte nach allen Seiten bot.   

Neue Luzerner Zeitung, Maggio 2008

 

.....Quanta musicalità, sensibilità e umanità sono emerse in Edoardo Zosi, che pure ha solo vent'anni. Una maturià decisamente superiore alla sua età anagrafica. Tutto lascia presagire in lui un futuro roseo....La sua fase evolutiva è in costante ascesa. Possiede una tecnica straordinaria, un'intonazione eccezionale, una cantabilità profondamente lirica. Bravissima pure la pianista Maria Clementi....non una semplice accompagnatrice, ma una solista attenta al dialogo. Edoardo e Maria costituiscono un duo appassionato e sensuale, che sprigiona faville e incantano gli ascoltatori...

La Provincia, Marzo 2008

 

… Zosi ha imposto una propria scelta personale, risultata per vari aspetti coraggiosa e vincente…Possiede un suono rotondo e vellutato di fascino seducente e fraseggia con una flessibilità particolarmente aderente allo spirito del concerto (… Tchaikowsky). Difficile trovare riuniti in egual misura in un artista così giovane, la musicalità la pura qualità del suono e l’estro interpretativo, intensamente emotivo…

Corriere del Ticino, Novembre 2007

 

…è un Tchaikowsky che ha un’anima: nel cantare le frasi il giovane violinista non mette fretta al suo archetto, non vuole dimostrare nulla di sé; egli vuole lasciar spazio alla musica, dà il giusto tempo ad ogni nota, perché si espanda in tutta la sua bellezza e densità lirica…Questo Zosi sa fare… tocca sul vivo, comunica idee, lascia respirare la musica, sa dove rivolgere gli occhi per cercare di scorgerne il profondo….

Enrico Parola, Novembre 2007

 

….Was für ein Talent, dieser Edoardo Zosi! Ein  souveräner und couragierter Vortrag. 

Allgau-Kultur, September 2007

 

....Makellos schöne und edle Klänge auf der Violine. 19-Jähriger, überzeugt beim Konzert mit der NWD.

Westfalenblatt, February 2007

 

….”Un virtuosismo travolgente, sempre attento a non violentare il testo musicale, non fine a se stesso, ma al servizio della partitura, un raffinato fraseggio che creava emozioni sempre diverse ad ogni passaggio, pieno di fantasia e di colori”…… 

Classica Viva, Giugno 2005

 

La Musique Avant Tout…..”l’excellent surprise de ce festival fut probablement la prestation du jeune violoniste italien de quinze ans Edoardo Zosi. Initié à la musique dès ses quatre ans, le jeune prodige fait aujourd’hui preuve d’une humilité et d’une simplicité exemplaires, mais surtout d’une exigence artistique qui le place déjà parmi les plus grands de la nouvelle génération..... »

L’Humanité, 27 Juillet 2004

  

.....la lettura coerente dei tre tempi del concerto di Bach in la minore si è esplicata attraverso la scelta di un suono assai delicato, reso inconfondibile dalla meravigliosa voce del prezioso violino Guadagnini affidato a Zosi dal Conservatorio. …Una bella prova del giovane interprete….

La Prealpina, 28 Settembre 2004

  

…..La ragione di questo trionfo sta nel fatto che questo giovanissimo musicista suona davvero bene! Il Teatro Bibiena è venuto giù a fine concerto, con un’ovazione che ci ricordiamo di aver sentito raramente….L’istinto musicale, la concentrazione, l’intonazione, l’intensità sentimentale, il controllo del gesto sono sbalorditivi. Tutti segni di una maturità umana ed artistica che va molto al di là dei limiti dell’età  e che promette grandissimi risultati…….

La Cronaca di Mantova, 13/02/2004

 

Accardo e il “virtuoso”…..col grande direttore un “Wunderkind”…da Edoardo Zosi le emozioni più vere…..Ha sciorinato una tecnica sicura, oltre ad un piglio musicale veramente notevole….           

Trentino Corriere, Dicembre 2004

 

Spektakulärer war die Begegnung mit dem erst zwëlfjährigen Geiger Edoardo Zosi........

Albrecht Schmidt- Rüsselsheimer Echo, 27 Dezember 2001

 

Der Star des Abends war der zwölfjährige Edoardo Zosi.

Rhein Main Presse, 27 Dezember 2001


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